Torna alle news
Bruciare il ceppo

Bruciare il ceppo

Una tradizione popolare antichissima, che manteneva acceso un grosso ceppo da Natale a Capodanno, con vari elementi propiziatori: il fuoco, elemento vitale e di purificazione, e il consumarsi del legno simbolo del vecchio anno trascorso con tutte le cose negative accumulate. 
In Liguria, si bruciava un tronco d’ulivo, e nella riviera di Levante e in Val di Vara pare che l’usanza resista ancora. 
Una curiosa testimonianza è contenuta in una lettera inviata nel 1388 da Giovanni Manzini, nobile di Fivizzano, ad un Malaspina, signore di Fosdinovo: “…presso la porta di casa c’era un tronco d’ulivo con fascine e rami verdeggianti. Il capo famiglia, come è costume degli avi, afferra il tronco: gli altri d’intorno si rendono utili, portano il tronco in casa, pregano, bisbigliano e mettono poi in tavola agnelli e porcelli, ed anche i fanciulli maschi bevono in compagnia con grande letizia”… 
Un documento della seconda metà del XVI dagli archivi di Varese Ligure ci racconta: “mal beato si sarebbe reputato colui, il quale non avesse fatto da putto empire il fuoco…” E i ragazzi andavano di casa in casa a raccogliere legna per alimentare il fuoco…
Le ceneri ed i carboni del ceppo, in Val di Vara, erano poi sparsi sui campi per proteggere e favorire i raccolti.


Torna alle news