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Le castagne

Le castagne

La Liguria è tra le regioni italiane che vanta il maggior numero di castagneti. 

Alle spalle della Francesca, l'alta Val di Vara è un'immensa distesa di boschi di castagno.

Tipica della zona e delle Cinque Terre è la castagna “brodasca", di colore marrone scuro, con dimensioni medio piccole.

I castagneti, fino al secolo scorso, erano un bene prezioso tramandato di padre in figlio - come documentano testamenti, inventari e atti pubblici.

Le castagne, come il sale, erano utilizzate come moneta: le raccoglitrici alla fine della raccolta  erano ricompensate per il lavoro con un quintale di farina di castagne.

Ogni anno in autunno, nei giorni della raccolta, tutte le attività pubbliche erano sospese, per consentire a tutti di partecipare al raccolto.  

Anche la struttura delle abitazioni prevedeva un locale - il gradile - dove essiccare le castagne, per poterle tenere tutto l'inverno come alimento indispensabile alla povera dieta contadina.

Questo frutto, ricco di carboidrati come i cereali, ha un forte apporto di fibre, di potassio, di vitamine del gruppo B, B1 e B6.

Tipico della zona un pane fatto di farina di grano al 30%, misto a farina di castagne al 70%, chiamato il pane dei poveri;  era una sorta di pagnotta scura, schiacciata e densa, cotta nel paiolo. 

Oggi le castagne bollite fresche con la buccia sono chiamate in dialetto 'balletti', mentre le caldarroste sono dette 'rustie'.

L'uomo ha vissuto per secoli quasi in simbiosi con il castagneto; lo dimostrano le tante espressioni dialettali e le diverse manifestazioni folkloristiche presenti tuttora sul territorio.

Molte tracce di questo passato non troppo lontano si trovano nel documentario del 1978 “Il bosco e le fasce - Aspetti della civiltà contadina in Liguria” 

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